Tre ultras condannati per l'omaggio a Simoncelli

RAVENNA. Venti giorni di arresto a testa e 200 euro di ammenda con la sospensione condizionale. Questa la pena di primo grado per tre ultras del Ravenna Calcio a processo con la singolare accusa di “manifestazione non autorizzata”, la procura aveva chiesto un mese di arresto. I fatti risalgono al 23 ottobre del 2011 quando attorno allo stadio Benelli i tifosi giallorossi del Ravenna inscenarono un corteo con uno striscione e tamburi che aveva in realtà un duplice scopo: protestare per non poter introdurre quel materiale in curva (sulla scorta delle recenti leggi varate sulla violenza negli stadi), ma anche ricordare Marco Simoncelli che proprio quella domenica era morto durante il Gran Premio di Malesia. Sull’onda emotiva di quella tragedia anche i tifosi della curva “Mero” prepararono uno striscione con una semplice frase: “Ciao Sic”. Ma le disposizioni in materia di sicurezza negli stadi proibiscono l’ingresso in curva di messaggi non autorizzati. E per questo anche allo striscione venne interdetto l’accesso in curva. A quel punto gli ultras decisero di fare un improvvisato giro dello stadio per far sentire lo stesso la loro voce prima dell’inizio della partita Ravenna - Virtus Verona, valida per il campionato di serie D. In quel momento, però, il corteo si trasformò in una sorta di manifestazione e sarebbe servita un’apposita autorizzazione della questura. Un nulla osta che però i tifosi non avevano. Ignorando la norma - che risale addirittura a un Regio decreto di epoca monarchica - ai tifosi giallorossi si unirono persino quelli della Virtus Verona (la terza squadra scaligera dopo Hellas e Chievo) che diedero il loro omaggio allo sfortunato pilota. Le successive indagini portarono però alla denuncia solo dei tre tifosi considerati leader della curva e quindi “organizzatori” del corteo.

«Qui non ci troviamo di fronte a una storia di violenza negli stadi - ha detto ieri l’avvocato Giovanni Adami difensore dei tre tifosi - anzi questa è una bella pagine di amicizia tra ultras che non si erano mai visti prima. Eppure ci ritroviamo incredibilmente a processo nonostante i procedimenti per le diffide siano stati già archiviati». Scontato il ricorso in appello, ma sull’intera vicenda nel 2016 scatterà comunque la prescrizione