Milano, finti incidenti con l'auto della polizia: condannati un ispettore e un vicequestore

Un anno e quattro mesi a testa ai due funzionari accusati di truffa: lucravano sulle malattie e sulle indennità e si erano assentati dal servizio per oltre 200 giorni. Il Viminale ci ha rimesso oltre 110mila euro

FONTE: MILANO.REPUBBLICA.IT

Finti incidenti stradali. Per lucrare sull’assicurazione, passare centinaia di giorni in malattia (finta), ottenere un indennizzo di servizio extra dal ministero dell’Interno. Una truffa messa in atto non dai soliti professionisti a caccia di rimborsi facili, ma da funzionari della polizia di Stato. Il primo, Luca Gazzilli, è vice questore aggiunto, attualmente coordinatore del commissariato di Garibaldi-Venezia. Il secondo, Salvatore Pizzuto, è ispettore capo.

Laquarta sezione penale del tribunale di Milano — presidente Oscar Magi —  li ha condannati a un anno e quattro mesi di reclusione per l’accusa di concorso in truffa aggravata. Un loro complice nei finti incidenti ha preso un anno. Due imputati, invece, sono stati assolti. Gli episodi contestati nel capo d’imputazione formulato dal pm Grazia Colacicco erano diversi, ma essendo iniziato il raggiro nel 2006 sono finiti in prescrizione. Lo spaccato che esce dalle indagini su quello che è stato il posto di frontiera di Linate aeroporto è a dir poco sconcertante. Nel 2013 era stato condannato per le «missioni fasulle» l’ex responsabile dell’ufficio, ora due dei suoi più stretti collaboratori.

Gazzilli e Pizzuto erano accusati di aver simulato un incidente stradale il 22 giugno 2006 in viale XXII Marzo. Con l’auto di servizio, una Fiat Punto, facevano risultare un impatto violento contro un autocarro guidato dal complice. L’auto del ministero riportava la rottura del vetro di una portiera e pesanti ammaccature sul lato sinistro. Un incidente dalle conseguenze apparentemente pesanti, almeno stando a una relazione di servizio che si è però dimostrata falsa. Il vicequestore per «motivi di salute si assentava per 225 giorni lavorativi, l’ispettore Pizzuto per 236, inducendo così in errore la prefettura e procurandosi un ingiusto profitto derivante dagli emolumenti spettanti per l’assenza per malattia».

Il raggiro è costato al Viminale 98mila euro di danno patrimoniale e 15mila euro tra riparazione della vettura e «risarcimento del centro liquidazione danni». I giudici nella sentenza hanno anche disposto la confisca di 36mila 800 euro al vicequestore aggiunto e di 36mila all’ispettore, oltre al pagamento del «risarcimento dei danni morali e materiali subiti dal ministero da liquidarsi in separata sede». Immediatamente esecutiva, invece, una «provvisionale per 80mila euro».