IL POLIZIOTTO DEL DISCOVERY DI RACITI: "DISPIACERE SE SONO INNOCENTI"

Testo e video pubblicato dall'Avvocato Giuseppe Lipera il 12 Novembre 2014

"L'avvocato difensore di Antonino Speziale, il giovane ultrà condannato definitivamente ad otto anni di reclusione per l'omicidio preterintenzionale dell'ispettore Filippo Raciti, Giuseppe Lipera, ha presentato una memoria alla Corte di Cassazione nella quale ha chiesto di trasmettere gli atti alla sezione competente e ordinare al pubblico ministero l'esercizio dell'azione penale.
La vicenda, parte dalla denuncia presentata dalla madre di Speziale, Rosa Lombardo contro le dichiarazioni di Salvatore Lazzaro, il poliziotto che si trovava alla guida del Discovery, la sera del 2 febbraio 2007, quella in cui l'ispettore Raciti venne ucciso.
In quella denuncia la donna chiedeva di incriminare l'agente di polizia che aveva rilasciato dichiarazioni diverse nella fase delle indagini preliminari e al dibattimento. In particolare, Lazzaro aveva dichiarato di aver effettuato durante le concitate fasi dei disordini nella zona intorno allo stadio Massimino, una marcia indietro con il veicolo, di aver sentito una botta e di aver visto l'ispettore Raciti a terra che si teneva la testa tra le mani. Poi in dibattimento, aveva invece sostenuto di aver sentito «un botto» e non una botta. Prima aveva dichiarato di avere Raciti sott'occhio per tutta la durata dell'azione, poi al processo aveva detto che si trovava «distante da lui, ad una decina di metri». Questa discrasia nelle dichiarazioni di Lazzaro è stata sempre al centro della battaglia difensiva dell'avvocato Lipera. Tanto più che, in una puntata della trasmissione Servizio Pubblico, andata in onda il 27 giugno scorso Lazzaro riferendosi ad Antonino Speziale ed alla sua condanna, ha, così, testualmente commentato: «Colpirne uno con la coscienza che questo non è colpevole è una cosa abominevole». L'avvocato Lipera, con un imperativo categorico «Lazzaro alzati e confessa! », ha chiesto nell'istanza presentata in Cassazione che la Corte Suprema ordini al pm di processarlo per falsa testimonianza e annulli il decreto di archiviazione disposto in ordine alla denuncia per falsa testimonianza sporta dalla madre di Speziale nei confronti di Salvatore Lazzaro. L'archiviazione era basata sul fatto che la signora Rosa Lombardo Speziale, non avrebbe avuto la qualità giuridica di "persona offesa" e, dunque, non era legittimata a proporre opposizione all'archiviazione."

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