Gli Ultras Brescia 1911 solidali con la tifoseria "rivale" atalantina

Riguardo a quanto accaduto dopo “Atalanta vs Roma” di due sabati fa: ci auguriamo che la verità sia ristabilita al più presto (magari proprio grazie all’utilizzo delle telecamere preposte a prevenire certe situazioni) e che i ragazzi bergamaschi in carcere siano liberati già nei prossimi giorni.
In ogni caso, attueremo nuove forme solidali e di sensibilizzazione affinché tutto questo non accada mai più, a Bergamo come a Brescia o in altre città.


Senza se, senza ma: solidarietà!

Dopo “Atalanta vs Roma” giocata a Bergamo un paio di settimane fa, per una serie di ragioni abbiamo seguito con un certo interesse l’evolversi della situazione.
Una situazione appesantitasi di giorno in giorno, contrassegnata -fin da subito- da arresti tanto gravi quanto inaccettabili (soprattutto per come sono stati “venduti”), da processi mediatici, da rivendicazioni di categoria, da accuse strumentali, da penalizzazioni “sperimentali” (e, a detta dei soliti ben informati, assolutamente necessarie), da ipotesi surreali, da interventi istituzionali controproducenti e ancor più devastanti degli innegabili incidenti verificatisi nel dopo partita.

Una situazione paradossale, all’interno della quale si è voluto colpire innanzitutto la società dell’Atalanta, in assoluto fra le più serie, rispettose, lungimiranti e trasparenti realtà in circolazione (credeteci quando -seppur a denti stretti- diciamo questo, anche perché noi bresciani siamo diventati dei veri e propri esperti in fatto di presidenti arraffatori, confusionari e menefreghisti).
Di conseguenza, sono state colpite duramente la città di Bergamo e l’intera tifoseria neroazzurra, probabilmente nel tentativo (fallito!) di spaccarla al suo interno e renderla quindi più… malleabile e accondiscendente.
Infine, qualcuno ha cercato perfino di “isolare” e criminalizzare tutti quei tifosi che, seguendo la loro coscienza (e non certo la propria convenienza), in maniera ostinata e dignitosa hanno rifiutato fin da subito la controversa tessera del tifoso, strumento inutile, costoso e -soprattutto- discriminatorio.

Tutto questo è accaduto -naturalmente- nonostante ci fossero dei grossi dubbi riguardo a determinate responsabilità che, ogni tanto andrebbe scritto, rimangono sempre e comunque individuali!

Ora, nessuno (tanto meno noi, sia chiaro) può stabilire con esattezza cosa sia successo nel dopo partita di “Atalanta vs Roma”. Solamente le indagini in corso potranno farlo con precisione (ci auguriamo pertanto non siano condizionate da pregiudizi, luoghi comuni e pressioni mediatiche di sorta).
Ci domandiamo quindi perché, ancora una volta, a essere penalizzato oltremisura sarà principalmente chi ha fatto il voucher e ha rifiutato la tessera del tifoso?!
E non lo facciamo solo per un senso di Giustizia e di sensibilità, bensì per avere una risposta concreta e -in particolare- per trovare un’alternativa a quei decreti e a quei provvedimenti liberticidi scaturiti dall’ignoranza (più che dalla violenza) che poi si riflettono su tutti i tifosi di calcio, nessuno escluso, falsando i campionati e penalizzando di fatto chi è ancora disposto a fare carte false pur di andare allo stadio a sostenere la propria Maglia, e questo nonostante il caroprezzi, il calcio spezzatino, i tanti scandali, le continue ingiustizie, la soffocante burocrazia e le allettanti sirene della Pay TV.

Anche noi abbiamo rifiutato la tessera del tifoso, quindi conosciamo molto bene l’equazione: “tesserato = tifoso esemplare”, “non tesserato = delinquente”, ma a distanza di tanti anni ancora non siamo disposti ad accettarla (per altro è stata smentita dai fatti in diverse occasioni), come del resto non possiamo accettare inermi che cinque ragazzi rimangano in carcere con accuse pesantissime e, a detta dei più, ingiuste.
Anche noi siamo stati spesso sul banco degli imputati e abbiamo pagato per responsabilità altrui.
Quello che però sta accadendo a Bergamo è -nella sua drammaticità- qualcosa di unico e perverso; un precedente inquietante che scalfisce anche quei pochi avanzi di democrazia sopravvissuti.

Cari “cugini”, oggi sarebbe facile per noi ironizzare sulle vostre disgrazie, e in un recente passato probabilmente qualcuno della nostra grande e complessa famiglia l’avrebbe fatto senza alcuno scrupolo.
Solamente la “calata” a Roma del vostro Sindaco per chiedere ulteriori restrizioni e punizioni avrebbe meritato una decina di striscioni sarcastici e alimentato un’intera stagione di sberleffi (quale rappresentate del proprio popolo/territorio può concepire un autogol più clamoroso?!).
Prima di tutto, però, vogliamo pensare a chi sta pagando più di ogni altro (e probabilmente per tutti) sulla propria pelle gli errori generali che sono stati commessi da tanti, e non solo dagli Ultras. Ci riferiamo naturalmente ai ragazzi arrestati e alle loro famiglie.
In secondo luogo, il nostro pensiero va a chi di riflesso subirà (o sta già patendo) un’ondata accusatoria, moralizzatrice e strumentale senza precedenti, scaturita evidentemente da ragioni personali di rivalsa nei confronti di una tifoseria, una Curva e una città con le quali ci siamo sempre confrontati lealmente e con il massimo rispetto, al di là ovviamente della rivalità calcistica e di campanile -che resta ancor oggi ben radicata e viva- ereditata dai nostri avi.
Ci perdonino i benpensanti dell’ultima ora, ma non riusciamo nemmeno a immaginarceli i tifosi bergamaschi (almeno quelli che conosciamo noi) “caricare” dei petardi con chiodi e bulloni.
Questo, al di qua dell’Oglio, lo pensano in tanti, e non solo gli Ultras (evidentemente, un motivo ci sarà).
Come del resto lo pensano la maggior parte delle tifoserie italiane, sebbene non tutte abbiano l’audacia di esternarlo pubblicamente.
Purtroppo, lo sanno tutti ormai: quando un cittadino italiano indossa la sciarpa e cerca di andare allo stadio, perde automaticamente gran parte dei propri diritti, (libertà di espressione, di opinione e di circolazione sono diventate un’utopia per molti di noi).

Per questo, dopo averci tolto quasi tutto, contro un sistema corrotto e discriminante che tenta in ogni modo di annichilirci e depredarci, non ci resta che un’arma: la solidarietà.

Avanti Ultras: “Prigionieri di una fede, ma liberi da ogni catena!”

Ultras Brescia 1911 Ex-Curva Nord
Brescia 05/12/2014